Descrizione
Una bambina se ne sta sola nella sua cameretta circondata da pensieri che le fanno paura. Lei vorrebbe volare lontano ma sa che non può. È così piccola. E allora sogna, sogna e sogna ancora. La bambina è diventata una donna, e quei pensieri sono ancora là a rincorrerla ma lei fugge.
A volte la raggiungono, a volte riesce a seminarli. Infine, un incontro che cambierà tutto.
È una storia, questa, che ci parla della rinascita di una donna. Una storia piena di verità. Le verità che ognuno di noi custodisce gelosamente e che con questo libro, l’autrice decide coraggiosamente di condividere con i lettori e le lettrici, nella volontà fortissima che ognuno di noi sia libero e capace di vivere una vita che sia quella che meritiamo.
Un’opera che vive tutta di sentimenti, scritta con uno stile fresco e diretto che ci parla guardandoci negli occhi. Una lettura che rapisce e ci conduce nel meraviglioso mondo che siamo noi.
MS –
Bellissimo! Mi ha fatto viaggiare
GDF –
L’ho letto tutto d’un fiato, mi ha fatto piangere, riflettere, sperare. Stupendo!
PM –
Coinvolgente e generoso, da leggere indubbiamente.
Carla D. –
L’ho letto tutto d’un fiato. Bellissimo!
Paola Barrese –
Bellissimo davvero.. l’ho letto e riletto..tanta verità scritta egregiamente dall’autrice..
Elvira G. –
Un racconto intenso e commovente, una narrazione avvincente, lo si legge tutto d’un fiato. Un diario che invita alla riflessione, ad affrontare i disagi interiori per una nuova rinascita. Mi è piaciuto tantissimo.
Daniela –
Davvero stupendo,mi ha emozionato tanto,l’ho letto tutto di un fiato.. racconta un pochino il percorso di ognuno di noi,fatto di scelte,a volte di pregiudizi da parte degli altri. Anch’io come l’autrice da un forte dolore sono rinata amando più me stessa!
Maria B. –
Diario di una rinascita…la coniugazione tra il passato e il presente. Il coraggio di mettersi in gioco per esprimere con sensibilità le proprie paure e le proprie insicurezze. Ogni singola parola che ho letto in questo racconto, ha acquisito importanza per la profondità del messaggio reale e sincero che l’autrice ha voluto trasmettere. Meraviglioso.
Maria Grazia Vozza –
Grazie Elvira per averci raccontato e donato la tua anima piena di sofferenza, paure e inquietudini .Ho rivisto la bambina nascosta dentro di me ancora bisognosa e in cerca di quel bicchiere di acqua che a volte non ha chiesto ma che a volte gli è stato negato. Come non entrare in empatia con la donna? La vita con il suo percorso così tortuoso ci mette difronte a scelte dolorose che mai si cancelleranno. Sei stata molto coraggiosa e brava a tradurre la tua sofferenza in qualcosa di positivo per te e per tutte/i i lettori che avranno la fortuna di poter leggere le pagine di questo emozionante libro: la vita. Dopo c’è , per tutti noi, la speranza. Le mie silenziose lacrime sono il mio GRAZIE
Maria Grazia Vozza –
Maria Grazia dicembre2022 Grazie Elvira per averci donato, non un libro, ma la tua anima inquieta e sofferente. Con grande forza e coraggio ripercorri la tua esistenza. Mi sono riconosciuta in quella bambina che non ha il coraggio di chiedere un po’ d’acqua e per questo assetata d’amore. Hai descritto con molta lucidità le tue sofferte scelte di donna che ognuno di noi è obbligato a fare nella propria vita. Grazie per aver messo in risalto la sofferenza mentale che ancora oggi rimane un tabù. Finalmente la porta che si apre alla speranza e alla…. rinascita.Le mie lacrime silenziose sono il mio grazie a questo testo che spero molti avranno voglia di leggere
Fritz –
“Non so cosa sia” è un percorso intimo,che riesce a rendere lucido e sereno il tentativo di portare alla coscienza i pensieri più arditi, più reconditi. Anche i tormenti, le obliquità, i dubbi.
E’ un percorso ardito, che sviscera in modo crudo le problematiche individuali, e nel farlo, l’autore li rende visibili, comuni, concettuali, fuoriescono dall’ambito personale e si fanno problema umano.
Viene fuori un motivo ricorrente, esistenziale, per certi versi, quello che Pascal tempo fa aveva analizzato con profonda intimità, la ricerca umana del non pensare, la difficoltà ad accettare la solitudine, l’angoscia del possibile, il senso di vuoto dell’esistenza, la stessa insensatezza dell’agire. In quel caso tale presa di coscienza portava all’abbandono mistico, religioso, all’alterità. Qui invece l’abbandono è “laico”, soggettivo, è un lucido abbandono nell’angoscia, nell’accettazione esistenziale del non senso, nell’accettazione del problema senza che esso contenga la tensione della sua risoluzione. E’ una individuazione del problema lasciando che esso stesso possa vivere, con la sua complessità e con la sua carica implosiva, senza che debba cercare, per via di cose, una strada per esplodere. Ci si avvicina, per dirla alla Wittgeinsten, al mistico, al tacere, all’indefinibilità delle cose e della possibilità stessa del linguaggio, e in questo libro lo si fa con l’umiltà propria di chi non sente il bisogno di una maschera, di una definizione non corretta, per il bisogno, umano, di avere, una definizione.